Sono Ippolito

Sono Ippolito. Avvocato, patriota, scrittore, e altro ancora. Tutto questo nella mia breve vita. Trent’anni appena.
Molte cose avrei potuto fare, se la mia vita non fosse stata troncata così presto.
Ahimè! La la mia giovane età, l’ingenuità e l’inesperienza mi sono state fatali.
Iniziando dal fondo, in modo affatto originale, vi dirò della mia morte.
Come sapete ero con il Generale nella sua epica spedizione in Sicilia. Non vi dirò delle gesta dei miei compagni nè le mie modeste imprese. Se volete ne parlerò in altra occasione. Sappiate che al termine delle azioni guerresche mi fu affidato un compito politico e amministrativo.
Leggendo i documenti amministrativi, mi accorsi che erano state compiute enormi ruberie da parte di insospettabili e stimati appartenenti alla spedizione. Per la gravità del fatto mi confidai con un mio superiore di altissimo grado ( non vi dirò chi ). Il superiore mi ordinò di recarmi alla capitale portando meco tutte le carte e di riferire i miei dubbi al Governo. A questo scopo dispose e ordinò che il vapore”Ercole” in partenza, il giorno successivo, da Palermo per Napoli, mi accogliesse a bordo.
Non so cosa causò il naufragio.. Il tempo era buono , il mare poco mosso. All’improvviso dalla caldaia si sprigionò un grande lampo, avvertii l’odore di zolfo, come polvere da sparo, poi tutto finì in una nuvola di fumo.
Così finì la mia vita. Il traditore non fu mai punito, anzi, divenne uomo di governo importante. Il fatto fu il primo di una lunga serie di misteri della nuova Italia.
Non parlerò più di questo! Se volete vi parlerò come uomo liberale e scrittore.
Grazie per avere ascoltato le mie vicende.

Benvenuto, Ippolito.
Dalle tue parole sulle circostanze riguardanti la tua morte, colgo un forte rancore che ancora alberga in te. Spero che in questo luogo tu possa rasserenare l'animo tuo.
Attendo il tuo dono...

Quanta passione in quella tua vita, passione e ardore.
Abbiamo qualcosa in comune, Ippolito.
Benvenuto.

Benvenuto, giovane e forte Ippolito.